- gollinimarcella
End of the Rainbow- Fall and rise di Judy “Dorothy” Garland

Ho sempre avuto un debole per gli artisti tormentati, una sorta di fascinazione mista a compassione per le anime vibranti estro e disperazione, soprattutto quelle che ci hanno lasciato troppo presto, forse perché letteralmente divorate dal loro genio creativo, così totalizzante e feroce.
Judy Garland aveva solo 47 anni quando morì, eppure aveva vissuto tante vite quanti sono stati i personaggi che ha interpretato: bambina prodigio, protagonista di ruoli adulti rimasti nella storia, icona gay universalmente riconosciuta. Una vita paragonabile a una corsa sfrenata sulle montagne russe.
La sua importanza come simbolo del movimento LGBTQIA+ è incontestabile: il termine gergale “Friend of Dorothy”, dal personaggio della Garland nel mago di Oz, divenne sul finire degli anni ’50 una codice protetto per riconoscersi tra omosessuali. Il viaggio di Dorothy dal Kansas verso Oz rispecchiava il bisogno dei gay di scappare dai propri mediocri e bigotti paesini verso mete più tolleranti e colorate. Addirittura una leggenda metropolitana racconta che il tragico stillicidio/suicidio della Garland il 22 giugno del 1969 abbia scatenato gli Stonewall Riots, data simbolo della liberazione LGBTQIA+ nel mondo.
Nasce il 10 giugno 1922 a Grand Rapids, Minnesota, cresce a pane e vaudeville e già da bambina inizia a esibirsi insieme alle due sorelle maggiori in spettacoli canori di grande impatto.
Nel 1935 viene scritturata dalla MGM, inizia a recitare a fianco a Mickey Rooney nella serie dedicata ad Andy Hardy. Nasce una stella e inizia a incrinarsi irrimediabilmente una vita. Ci sono voci consistenti che sostengono che i primi abusi di anfetamine e droghe da parte dell'attrice iniziarono in quegli anni: i ritmi incalzanti delle produzioni, le altissime aspettative di successo sulla stella di punta della casa cinematografica, nonché la necessità di mantenere la piccola Judy magra e sempre euforica, portarono il boss della MGM Louis B.Mayer a plagiare la Garland.
Negli anni ’40 colleziona trionfi: The Wizard of Oz (1940), For Me and My Gal (1942), Meet Me in St. Louis del 1944 (grazie al quale nascono la canzone Have Yourself a Merry Little Christmas, uno dei successi del decennio, e un’altra star senza tempo, Liza Minnelli, figlia della Garland e del regista del film Vincente Minnelli, suo secondo marito) Ti amavo senza saperlo (1948).

Purtroppo Il pirata (1948), unico flop del suo momento d’oro,innesca l’inizio di una lunga crisi personale, segnata da abuso di droghe e di alcol, frequenti ricoveri e cure dimagranti scellerate, due tentativi di suicidio (che non rimarranno un caso isolato).
Rompe il contratto con la MGM, comincia ad abbandonare le riprese senza riuscire a ultimarle, divorzia per la seconda volta.
È nata una stella (1954) di George Cukor, enorme successo di critica ma meno di pubblico, è il suo ultimo capolavoro.

Continua a lavorare, divorzia un’altra volta: la spirale di dolore, dipendenza e insicurezza in cui è intrappolata da anni la stritola sempre più, alcool e droghe sono parte della sua routine quotidiana. I suoi fan e le sue dipendenze le permettono di esibirsi e splendere, seppur sempre più provata nell’animo, consumata quasi all’osso, e nel corpo, intossicato e debilitato da una cirrosi epatica molto grave.
L'ultima esibizione, con una salute ormai deteriorata irreversibilmente, sarà a Copenaghen nel marzo del 1969.

5 mariti e tre figli, un costante bisogno di approvazione, una dedizione al palcoscenico brutale e spietata: Judy Garland fu trovata senza vita dal quinto e ultimo marito nel suo appartamento londinese a Chelsea. L’autopsia decretò si trattasse di morte accidentale, dovuta a un’assunzione eccessiva di barbiturici in un lungo arco di tempo, quasi un suicidio inconscio.
“Someday I'll wish upon a star And wake up where the clouds are far behind me Where troubles melt like lemon drops Away above the chimney tops That's where you'll find me…”
Che i tuoi problemi Judy si siano davvero sciolti come gocce di limoni, lontano dalle nuvole, oltre l’arcobaleno.