Silvia Cerri
Il Lino

Fibra tessile vegetale ottenuta dallo stelo di “Linum Usitatissimum” pianta annuale alta 70-80 cm.
Chimicamente il lino pettinato è formato dal 70-80% di cellulosa, 2-4% composti lignici, 1-2 sostanze cerose, 1-2 ceneri, e 10-12% acqua.
Il filamento è lungo circa 50 cm con fibrille lunghe 30 mm, il diametro è davvero piccolissimo.
La pianta può essere coltivata sia in primavera che in autunno e il raccolto viene effettuato tra luglio e settembre.
Coltivazione adatta per paesi a clima freddo e caldo, ma è nei paesi a clima freddo che si ha una migliore produzione di fibre, al contrario nei paesi a clima caldo la produzione è principalmente a scopo alimentare.
Sì, non solo da questa pianta si ricava una fibra ricca di proprietà, perché fresca, resistente e molto comoda, nota già agli antichi Egizi, ma i semi di lino sono importantissimi per una sana alimentazione, la cura dei capelli e del corpo.
I fiori di lino sono un vero spettacolo, di un azzurro intenso che incanta!
Chiunque può coltivare il lino. Coltivandolo in primavera è possibile raccogliere i semi dopo circa 100 giorni.
Si procede al raccolto estraendo la pianta con tutta la radice dal terreno. I piccoli coltivatori battono a mano gli steli dopo averli lasciati al sole per circa 24 ore, e così facendo aprono le capsule per raccogliere i semi e lasciano che sia il vento a dividerli dagli scarti delle capsule, come a voler scacciare via i cattivi pensieri.
I coltivatori più esperti sono in grado di recuperare a mano anche la fibra che è contenuta nello stelo, procedimento meticoloso e molto lungo ma che regala grandi soddisfazioni, procedendo poi alla lavorazione della fibra grezza.
È chiaro che a livello industriale sia il raccolto dei semi che il recupero della fibra richieda dei macchinari, ma il punto forte della coltivazione del lino è tutto nella sua ecosostenibilità, poiché ha un bassissimo impatto ambientale.
Non necessita infatti né di agenti chimici né fertilizzanti, tantomeno di particolare irrigazione di acqua. Per la produzione della fibra, dopo aver recuperato e macerato i semi, essi vengono essiccati e processi meccanici recuperano la fibra dallo stelo.
Si hanno diverse varietà di lino:
• lino autunnale o “Ravagno”;
• lino mezzulo o “linetto” ;
• lino di Riga o “Gran lino”
Dagli steli si ottiene tra il 9-12% di lino pettinato e 12-15% di stoppa.
Inoltre, post produzione, è possibile rigenerare tessuti in lino, ricavando così indumenti e materiale di tappezzeria nuovi, con l'85% di lino rigenerato e 15% lino nuovo.
A differenza del cotone è difficile da tingere, ma questo è un ulteriore punto di forza ancora una volta sia per l’ambiente che per il caratteristico colore del lino che lo rende unico e particolare.
Certo necessita di qualche “stiratina” in più perché il tessuto si stropiccia facilmente, ma direi che ne vale decisamente la pena!

Vi lascio con due curiosità:
Sapevate che dalle tombe degli antichi Egizi sono stati recuperati tessuti in lino interamente intatti, poiché la fibra non invecchia e proprio per questa caratteristica le tele dei più importanti pittori come Caravaggio, Donatello e Raffaello furono realizzate in lino sia per la longevità della tela in sé, sia perché antistatiche con grande capacità di assorbimento dei colori?
