- gollinimarcella
Gypsies, tramps, and thieves: del perché dovremmo tutti amare Cher
Mother told me a couple years ago, “Sweetheart, settle down and marry a rich man” I said “Mom, I am a rich man”.

Sono 75 le candeline quest’anno per la unica e sola regina della cultura pop, anche se c’è chi sostiene che Cher (nata Cherilyn Sarkisian LaPierre a El Centro, 20 maggio 1946, da padre armeno e madredi origini irlandesi, francesi, inglesi e cherokee) non abbia età, sia una specie di entità sempiterna e immutata nel tempo (complice un uso quasi divino della chirurgia plastica).
Più di 50 anni di carriera, 100 milioni di dischi venduti nel mondo, vincitrice di un Oscar e di svariati e prestigiosi premi musicali e cinematografici, conduttrice TV di successo, Cher è l'unica artista che possa vantare almeno una canzone al numero 1 della Billboard Hot 100 in sei decenni differenti, dagli anni sessanta fino agli anni 2010.
La sua lunga e poliedrica carriera non è certo riassumibile in poche righe, per conoscerne i dettagli è sufficiente consultare la relativa pagina Wikipedia. Leggerla però non può rendere giustizia all’eccezionalità del suo percorso, che l’ha portata a diventare una delle maggiori icone pop e gay mai esistite. Il suo stile sempre anticonformista e all’avanguardia ha attraversato e segnato il mondo della moda, e non ha mai smesso di ispirare artisti di tutto il mondo e di ogni decennio.
Vediamo la sua evoluzione negli anni.
Anni ’60: la sedicenne Cher conosce in un bar a Los Angeles il produttore musicale Sonny Bono, pigmalione e suo futuro marito. Il suo stile è al passo coi tempi, ma con un pizzico di trasgressione in più: pantaloni sgargianti a zampa di elefante, completi in vinile e ombelico in vista. Coi suoi lunghi capelli neri, il trucco pesante e una bellezza non comune diventa un simbolo della cultura hippie americana. La sua carriera artistica decolla, grandi trionfi l’attendono.

Gli anni ’70 la vedono protagonista indiscussa delle scene: Il “Sonny and Cher Comedy Hour” è l’occasione per vederla fasciata con abiti spettacolari fatti di tessuti preziosi, arricchiti da paillettes e piume. Il sodalizio artistico con Bob Mackie, stilista e costumista già noto per aver lavorato con Carol Burnett, Judy Garland, Diana Ross, Liza Minnelli e molte altre star del mondo del cinema e della musica, la elegge a vera e propria musa. Due abiti su tutti hanno fatto la storia: il “naked dress” sfoggiato al Met Gala nel 1974 e il “flame dress” del 1978, indossato negli anni anche da altre celebrità, fra cui Ru Paul (che ha una vera venerazione per Cher) e Beyoncé.

Gli anni ’80 segnano l’inizio del successo cinematografico di Cher. Attrice di una serie di film indimenticabili, è lei a fare della serata degli Oscar dell’’86 un momento indimenticabile con un outfit composto da gonna, reggiseno, mantello e copricapo piumato disegnati dal solito Mackie, che la renderà leggendaria avvolgendola di trasparenze e luccichii anche per la cerimonia dell’88, in cui ritirerà la statuetta per “Stregata dalla Luna”. Sempre sul finire degli anni ’80 Cher ci regala un look che fece scalpore e rimarrà negli annali della musica: per il suo videoclip “If I could turn back time” dell’89, ambientato sulla nave militare USS Missouri, canta davanti a una folla di soldati sfoggiando solo una catsuit trasparente e succinta con guepière a vista, e un giubbotto di pelle. Questo azzardo porta le emittenti musicali a censurare il video, ma la canzone avrà comunque un grandissimo successo.

Negli anni ’90 durante il “Love Hurts Tour” i costumi di scena diventano sempre più sensuali: jumpsuit con cutout impreziosite di lustrini, costumi sgambatissimi in pelle nera adornati da catene e borchie, completi di pizzo e rete, ma anche smoking maschili resi provocanti dalla sua presenza scenica iperfemminile. Make up accesi, parrucche lussureggianti e tacchi alti: Cher diventa una delle eroine più amate dalla cultura drag e queer di tutto il mondo.
Gli anni 2000 la vedono cavalcare l’onda della musica dance, e sfoggiare look in linea coi tempi. Ma è del 2010 la svolta: la sua partecipazione al film e al musical “Burlesque” ci regalano una Cher dal glamour vintage e retrò. Gli stilisti fanno a gara per vestirla, ma sensualità e paillettes non mancano mai.

Recentemente durante il tour “Here we go again” (che purtroppo è stata costretta a interrompere a causa del Covid-19) gli abiti scelti sono sensazionali, così come le hit proposte: bustini, corsetti stringati, vere e proprie mise da gladiatrice dello spazio, corredate da parrucche fluorescenti e trasparenze audaci.
Che si ami o meno la sua musica, Cher è una figura imprescindibile della cultura pop, un’icona dello stile, ma ancora di più un simbolo del femminismo e dell’emancipazione femminile, una paladina dei diritti della comunità LGBTIQ e del movimento anti age-shaming.