- mottolenghi
Carlo Mollino, il “designer senza industria”

A settembre Triennale Milano con la mostra "Carlo Mollino Allusioni Iperformali" presenta al grande pubblico il “misterioso” architetto - oltre che fotografo, pilota di aerei e automobili, maestro di sci – torinese attraverso gli arredi di casa Albonico, progetto realizzato negli anni Quaranta nel capoluogo piemontese.
Poco conosciuto ai più per le opere di architettura, quasi tutte situate a Torino o sulle Alpi circostanti, Mollino è sicuramente maggiormente riconosciuto per l’attività di designer, iniziata quando questa definizione ancora non era neppure così diffusa. La sua originale ricerca nel settore degli interni e dell’arredamento comincia infatti negli anni Quaranta, prima del grande boom del dopoguerra e dell’altrettanto incisiva rivoluzione del design made in Italy. Derivata dalle sue dirette esperienze nel mondo sportivo e della velocità, si focalizza su arredi in pezzi unici o in serie limitate, in cui modalità di stampo artigianale e sperimentazioni tecnico-materiche si fondono.
Sedie e tavoli, poltrone e contenitori ottenuti mediante curvatura a freddo di fogli di legno compensato o lavorazioni tipiche dell’ebanisteria più raffinata ripropongono una estetica votata all’organicità biomorfica del tutto personale, che contraddistingue l’intero percorso creativo di Carlo Mollino. Anche quando il suo naturalismo, capace di mixare modernismo, Art Nouveau, barocco e rococò, perderà negli anni la potenza decorativa a favore di una maggiore pulizia formale.

Creativo e intellettualmente libero – aveva una seconda casa segreta per tutti a Torino, oggi Museo Casa Mollino, e amava fotografare donne nude in studiati set con protagonisti anche i suoi mobili –, nonostante la provenienza da una famiglia borghese e il padre ingegnere, per casa Albonico lavora come sempre “senza industria”, esclusivamente a stretto contatto con sapienti artigiani. Ricevendo per il risultato apprezzamenti anche da colleghi contemporanei ben più famosi, come Gio Ponti e Franco Albini.
Triennale Milano, che ha in comodato gli arredi dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia, con l’occasione della mostra intende avviare un lavoro di restauro condiviso con la Sovrintendenza dei pezzi di arredo e nel contempo di ricerca. Al fine di ricostruire genesi e sviluppo del progetto, approfittandone per presentare la figura di Carlo Mollino sotto nuovi aspetti professionali, tra cui ad esempio anche l’adesione all’ultimo Futurismo.
